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La frattura del femore è un problema piuttosto comune e che necessita di cure immediate. Ecco cosa c’è da sapere sulle cause e sui possibili rimedi.
Quando si parla di rottura del femore, si intende un problema legato all’osso più lungo del corpo e che si trova nella coscia. Sebbene sia molto resistente, ci sono infatti condizioni che possono portare alla sua rottura. Trattandosi di una parte indispensabile per poter muovere gli arti inferiori, la sua eventuale rottura porta alla necessità di cure immediate e senza le quali la situazione potrebbe peggiorare.
Femore rotto: le cause più comuni
Tra le cause più comuni ci sono solitamente i traumi dovuti a sport o incidenti stradali.
Le fratture del femore negli anziani, invece, possono dipende dalla perdita di calcio nelle ossa e, quindi, dalla debolezza del femore. In base al tipo di rottura ci si può trovare davanti a diversi tipi di problema.
La frattura composta del femore, ad esempio, si verifica in assenza di frammenti lesionati.
In caso di frattura scomposta del femore, invece, si parla di frammenti lesionati e che quindi non sono più allineati.
Andando ai sintomi, invece, i principali sono un dolore acuto, seguito quasi sempre da uno schiocco.
La difficoltà a stare in piedi o a muoversi, gonfiore della parte e presenza di lividi.
Quando si prova un dolore improvviso, specie se associato a simili sintomi, è importante quindi rivolgersi subito al medico. O in base alla situazione anche al pronto soccorso.
Come si cura la frattura al femore
La frattura del collo del femore, così come le altre necessita di cure immediate e senza le quali si può andare incontro a rigidità, infezioni e persino deformità. Per curare il problema è quasi sempre necessaria l’operazione al femore con tecniche che possono variare in base al tipo di frattura, all’età e alle condizioni fisiche del paziente.
Riguardo a quanto si sta in ospedale per una frattura femore, invece, i tempi possono andare da brevi o più lunghi. In ogni caso la degenza, anche a casa, può durare parecchi mesi e, in casi più gravi, arrivare persino ad un intero anno. In generale, se tutto va bene, nel giro di 3 o 4 mesi si può tornare a condurre una vita normale. Molto dipende anche dalla tempestività con la quale si interviene chirurgicamente.
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